Nell’Africa orientale, a est della Rift Valley, tra 7 e 4 milioni di anni fa, si separarono le linee evolutive che dalle scimmie antropomorfe africane portarono al genere Australopithecus e successivamente del genere Homo.
Era l’epoca ancestrale, misteriosa e lunghissima. Per milioni di anni l’uomo visse solo in Africa.
A partire da circa 100 mila anni fa, l’uomo anatomicamente moderno, si spostò lungo la valle del Nilo e raggiunse attraverso la penisola del Sinai, il Vicino e Medio Oriente.
Oltre 60 mila anni fa questi uomini in cammino si diffusero seguendo la costa dell’India e dell’Asia sudorientale. Geniali e intraprendenti affrontarono il grande mare e a bordo di imbarcazioni, approdarono in Australia.
Muovendo dall’Africa nordorientale, circa 40 mila anni fa, l’uomo anatomicamente moderno migrò in Europa e, dal Sudest asiatico, in tutta l’Asia orientale.
Circa 30 mila anni fa, forse, uomini in cammino attraversarono le vaste aree pianeggianti che congiungevano la Siberia con l’Alaska. Da nord a sud migrarono in tutto il continente americano.
La storia di ognuno di noi è il prodotto di un viaggio, nel tempo, nel mondo.
Noi siamo parte di questo cammino e il nostro spirito nasce libero.
Il mondo dei viaggiatori è infatti senza confini!
Tratto dalla mostra itinerante “La Voce del Mondo”
Grazie a tutti coloro che hanno contribuito per la realizzazione!
In collaborazione con la Strada dei Sapori delle Valle Varesini è organizzata per Venerdì, 3 Novembre 2017, presso l’Info Point di Laveno Mombello (vicino alla Stazione Ferroviaria) l’incontro con Christian, capofila del progetto per la costruzione del pozzo in Togo e dei volontari che si sono recati per la costruzione.
Vi aspettiamo alle 20.30. Si parlerà del progetto, del Togo e di un viaggio speciale..
Include, nella tradizione della rotta, il territorio dove vivono gli Hamer, popolo considerato fra i più affascinanti dell’Etiopia. Vivono nella bassa valle dell’Omo, leggendario fiume che scorre per quasi 1000 Km da sud ovest di Addis Abeba e, con un intricato percorso, raggiunge il Kenya, vicino al Lago Turkana.
Un territorio relativamente piccolo dove sono però concentrate varie culture e popoli appartenenti a diverse etnie. Fra questi gli Hamer, belli e famosi per la loro maestria nella decorazione del corpo e per le loro tradizioni. La più nota fra i turisti è l’Ukli Bulà, il “salto del toro”. E’ un rito di passaggio da ragazzo a uomo che include, ovviamente, una prova di grande abilità e coraggio. Per sancire il suo ingresso alla prima età adulta, il giovane hamer dovrà camminare e saltare sul dorso di una fila di tori affiancati senza cadere. Il rituale è di grande fascino e di estrema suggestione. Peccato però che sia diventato una delle tante rappresentazioni per un pubblico di eccellenza, quello dei turisti che, per assistere, pagano in dollari o in birr.
Suggestiva decorazione del guerriero. Ogni elemento ha un importante significato simbolico.
Il cercine di argilla, per esempio, viene portato dagli uomini per un anno dalla uccisione di un animale feroce o di un uomo in battaglia
E’ giorno di mercato a Turmi
Si cammina per ore, per raggiungere il mercato
Succinti vestiti di pelle di capra, le varie calabasse e la tipica acconciatura in “stile egizio”, sempre di moda per le donne Hamer
L’acconciatura è frutto di un paziente intreccio di numerose treccine spalmate di burro, polvere di ferro e argilla rossa. Inconfondibile è il loro profumo.
Le donne sposate indossano l’esente, collana di ferro che porteranno per tutta la vita. La prima moglie porta, come simbolo della sua situazione privilegiata, il bignere, una collana in ferro sulla quale spunta una tipica protuberanza fallica.
Le giovani ragazze nubili aggiungono delle placche di alluminio a forma di becco d’anatra e delle piume che pongono fra i capelli
Fra le decorazioni preferite degli Hamer ci sono perline, collane con le cipree del Mar Rosso, anellini, piume di struzzo, braccialetti in ferro, amuleti e qualche strano oggetto esotico regalato dai viaggiatori bianchi..
con le zucche svuotate, le calabasse..
elegante e simpatica borsa di calabasse
un pratico cappello di calabasse e tutto quello che una zucca vuota può contenere!
Tutti in posa.
La fotografia a pagamento è purtroppo un rito consolidato nella Valle dell’Omo.
L’afflusso dei turisti ha, nel corso degli anni, notevolmente modificato la vita di molti villaggi introducendo il denaro. I soldi non hanno migliorato la qualità della vita.
E’ una delle poche new economy che ha veramente funzionato con un click.
Questo cambiamento, unito agli inutili regalini spesso offerti dai turisti mordi e fuggi hanno creato situazioni a dir poco surreali. Merita una riflessione.
Le foto selezionate non sono state pagate e sono state scattate lontano dallo spazio dedicato alle visite.
Lungo le strade australiane il senso di smarrimento è sempre in agguato..
Una strana estensione, una piattezza stravagante di orizzonti infiniti
dove la mente viaggia in piena libertà.
L’Outback, il cuore rosso dell’Australia
Con i suoi 60 milioni di ettari di superficie, l’Outback offre ampi spazi aperti, in diretto contatto con la natura e apparentemente poco adatto alla vita umana.
E’ un luogo magico dove le leggende aborigene del Tempo del Sogno si consolidano e si raccontano fra terra e cielo.
” Il nostro sogno viaggia per migliaia di chilometri in questo paese. Viene dal mare, a nord, e arriva a Uluru, nel centro, estendendosi in tutte le direzioni: est, nord, sud, ovest. Noi stabiliamo i rapporti con altre persone attraverso le vie del sogno che formano dei sentieri tra i luoghi sacri; la via del sogno non è una soltanto, ma ce ne sono molte..” Pat Dodson (leader aborigeno)
sosta in autogrill del deserto fra Darwin e Uluru
roadhouse incredibili e incontri con personaggi insoliti
Road train, il più piccolo è lungo circa 53 m
è straordinario e sorprendente il loro passaggio e.. il sorpasso è sempre da brivido!
Deserti fluttuanti
Quando si dice che l’Australia è molto arida, occhio alla stagione..
può capitare di navigare sulla strada!
Mark Twain
“a leggerla, la storia dell’Australia..non sembra storia ma un insieme delle più belle bugie. E tutte fresche, non di quelle vecchie, stantie e ammuffite. E’ piena di sorprese, di avventure e di incongruenze, di contraddizioni e cose incredibili; ma sono tutte vere e sono successe.”
E’ sempre con grande gioia e curiosità che le genti del nord Etiopia accolgono l’arrivo dei viaggiatori..
Lungo l’acrocoro la vita è scandita dal ritmo della terra, una arcaica orchestra dove
il tempo sembra essersi fermato.
Leggenda o no.. in ogni chiesa del Nord Etiopia è conservata una croce e una copia dell’Arca dell’Alleanza. L’originale sembra sia custodita nella chiesa di Maryam Sion, ad Axun. Secondo la tradizione, fu qui traslata da Gerusalemme da Menelik, quando lasciò dopo un anno di soggiorno, la corte di suo padre re Salomone.
Gondar, l’antica capitale
Con la sua incantevole posizione geografica, il clima mite tutto l’anno,
Gondar fu il cuore della corte dell’imperatore Fasilidas
“Nigra sum sed formosa”, sono nera ma bella.
Sono parole del Cantico dei Cantici tradizionalmente riferite alla Regina di Saba, capostipite dell’ Etiopia, nel poema epico nazionale, il “Kebra Negast”, la gloria dei Re.
Axun e Lalibela,
le radici della Cristianità copta
Il potente Regno Axumita si convertì al cristianesimo nel quarto secolo dopo la nascita di Cristo. L’alleanza fra clero e impero permise a questa religione di radicarsi profondamente nel tessuto della società dell’Etiopia del Nord. Fu grazie a questa solidità politico religiosa che, unico fra i regni africani, resistette alle invasioni musulmane. Per mille anni l’Etiopia mantenne, nel suo isolamento, la cultura e i rituali del cristianesimo delle origini, seppur nella variante monofisista.
E’ sorprendente la profonda religiosità della popolazione basata su una fede vissuta in ogni attimo del ritmo quotidiano. Un viaggio nel nord dell’Etiopia può essere effettuato in occasione delle celebrazioni quali in Natale, la Pasqua. Il Timkat è una delle ricorrenze più importanti nel calendario della chiesa ortodossa etiope.
Le undici chiese di Lalibela non si innalzano verso il cielo, sprofondano nella terra.
Ipogee, monolitiche, semimonolitiche, a grotta, le chiese nella roccia sono considerate una delle meraviglie del mondo e per questo poste sotto la protezione dell’UNESCO.
Divise in due gruppi, con la Gerusalemme in terra e quella in cielo, con un letto di un fiume stagionale dal nome Giordano, sono un luogo sacro e magico, uno dei più conosciuti per i pellegrinaggi in terra etiope.
Il lago Tana e le sue chiese
Hanno una pianta circolare con un porticato esterno con finestrelle e dipinti sacri.
Sono divisa in tre zone concentriche e nella parte più interna, nel Sancta Sanctorum, vengono conservate le sacre Tabot, le tavole della legge.
“laggiù il tempo sembrava passare nell’indifferenza dell’eternità.. il passato e il presente dialogavano avendo come vocabolario il silenzio e il vento, che ogni sera sembrava voler spazzare via tutto, continuava instancabile ad accatastare da qualche parte, ore, giorni, mesi e anni a formare secoli, lasciando tutto magicamente intatto, autentico, quasi irreale..”
Claudio Tomatis
Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice.AccettaLeggi tutto